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I PRIMI FILOSOFI E LE TEORIE DEL PRINCIPIO ORIGINARIO

LA PRIMA RIFLESSIONE FILOSOFICA
I primi filosofi, affascinati dallo spettacolo dei fenomeni naturali, cercano una risposta razionale a domande di questo tenore:
-qual è l'origine dell'universo?
-come si spiega la vita sulla Terra?
-perché le cose sono come sono e accadono come accadono?

La prima riflessione filosofica si sviluppa intorno ai secoli VII-VI a.C. 
Coloro che inaugurano questo nuovo stile di pensiero sono i filosofi Talete, Anassimandro e Anassimene (tutti e tre di Mileto). Essi cercano di spiegare i fenomeni atmosferici e metereologici facendo ricorso a cause naturali e non più mitiche (come accadeva in passato). Si interrogarono per primi sulla natura multiforme e mutevole del mondo, cercando di individuarne una causa, un principio originario (detto archè) da cui tutte le cose derivano. 

ARCHE' -> letteralmente significa "principio"; inteso come elemento base da cui si è originato il mondo (e ogni altra cosa). Rappresenta sia la materia di cui sono fatte le cose, ma anche la forza che le ha generate e la legge divina ed eterna che presiede l'ordine.



TALETE

Talete visse tra la fine del VII secolo e la prima metà del VI secolo. 
 Sappiamo che era un uomo politico, un uomo d'affari, un matematico, 
un astronomo e un fisico.
Era ritenuto da Platone un uomo con "la testa tra le nuvole" (caduto in un pozzo).


Secondo Talete il principio primordiale era L'ACQUA (alla base dell'osservazione che ogni cosa vivente viene da essa -> es. bambino nel liquido amniotico e "rompe le acque").
Talete sosteneva che all'inizio esisteva solo l'Oceano, da cui si sviluppò la vita; successivamente si sono formati la terra e i corpi celesti. 
Talete considerava il mondo come un disco piatto che fluttua sulle acque del mare. 


ACQUA=elemento fondamentale, ossia il principio di tutte le cose, 
e tutte le cose vi faranno ritorno quando periranno.



ANASSIMANDRO

Nato a Mileto intorno al 610 a.C.


Anassimandro individuò la sostanza primordiale che è all'origine dell'universo, in un principio indeterminato; l'APEIRON. Il filosofo riteneva che il principio di tutte le cose non poteva identificarsi in una di esse, ma doveva essere una sostanza indistinta.

Anassimandro si pone anche il problema del modo in cui le cose derivano dalla sostanza primordiale.
Egli ritiene che si tratti di un processo di separazione e differenziazione governato da una legge necessaria (Dike=giustizia). Questa separazione avviene tramite un movimento rotatorio (caldo e freddo, secco e umido e tutti gli altri contrari si sviluppano), e tramite questa separazione si generano infiniti mondi, destinati a dissolversi e ricomporsi eternamente.
Secondo Anassimandro la separazione è fonte di infelicità, che genera nostalgia per "il tutto originario" da cui derivano gli individui)

APEIRON=senza confini; fondo comune originario e indefinito che esiste prima del processo di separazione e determinazione delle cose. Sostanza infinita a cui tutte le cose sono destinate a ricongiungersi dopo la dissoluzione.



ANASSIMENE

Visse tra il 586 e il 525 a.C. a Mileto


"Come l'anima nostra, che è aria, ci sostiene, così il soffio e l'aria circondano il mondo intero"

Anassimene identificava il principio originario con l'ARIA "respiro", paragonando la vita dell'universo alla vita dell'uomo. Egli attribuisce a questo principio i caratteri dell'infinità e del movimento incessante: l'aria anima il mondo e il principio di ogni mutamento.
La trasformazione e generazione delle cose è spiegata dal filosofo attraverso i processi di condensazione e rarefazione: aria rarefatta -> fuoco   
                                               aria condensata -> vento, nuovole, acqua, terra, pietra.
L'universo che si costruisce grazie a questo processo è destinato a dissolversi nel principio originario, per poi tornare a rigenerarsi in esso, in un ciclo di vita eterno (vita, morte e rinascita)



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